La franchigia relativa è un concetto fondamentale nel settore delle assicurazioni, che si riferisce alla soglia minima di danno al di sotto della quale l’assicurato non riceve alcun risarcimento. In altre parole, se il danno subito è inferiore alla franchigia stabilita nel contratto, l’assicurato dovrà coprire interamente le spese di tasca propria. Tuttavia, se il danno supera questa soglia, l’assicurazione coprirà l’intero importo del danno, senza detrarre la franchigia.
Questo meccanismo è diverso dalla franchigia assoluta, dove l’assicurato è sempre responsabile di una parte del danno, indipendentemente dall’entità del danno stesso. La franchigia relativa, invece, agisce come una sorta di “tutto o niente”: o l’assicurato paga tutto, o l’assicurazione copre tutto.
La scelta di una franchigia relativa può avere diverse implicazioni per l’assicurato. Da un lato, può risultare vantaggiosa perché, in caso di danni significativi, l’assicurato non dovrà preoccuparsi di coprire una parte del costo. Questo può essere particolarmente utile in situazioni in cui i danni sono imprevedibili e potenzialmente elevati, come nel caso di assicurazioni per calamità naturali o incidenti gravi.
Dall’altro lato, la franchigia relativa può comportare un rischio maggiore per l’assicurato in caso di danni minori. Ad esempio, se la franchigia è fissata a 500 euro e il danno ammonta a 400 euro, l’assicurato dovrà coprire interamente il costo, senza alcun contributo da parte dell’assicurazione. Questo può portare a una maggiore attenzione nella scelta della franchigia, bilanciando il desiderio di ridurre il premio assicurativo con la necessità di protezione finanziaria.
In sintesi, la franchigia relativa offre una modalità di gestione del rischio che può essere particolarmente utile in specifici contesti assicurativi, ma richiede una valutazione attenta delle proprie esigenze e delle potenziali situazioni di danno.